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Queste sono le parole-chiave che la notizia del virus Sars-Cov-2 ha portato con sé. Gli organismi internazionali parlano di pandemia, di contaminazione globale e subito si sono attivati protocolli sanitari e sociali per la gestione dell’emergenza. Sulla ricerca e sull’esperienza di disastri e periodi di crisi precedenti, la Psicologia dell’Emergenza ha identificato caratteristiche e dinamiche psicologiche comuni sia per l’individuo che per la comunità.

  • 31 Gennaio 2020: i primi casi di positivi al Covid-19 in Italia (una coppia di cinesi a Roma).
  • 21 Febbraio 2020: il “paziente zero”, un 38enne di Codogno (Lombardia).
  • 11 Marzo 2020: l’Italia adotta misure di contenimento su tutto il territorio.

Secondo la Psicologia dell’Emergenza stiamo vivendo un evento disastroso, che secondo la nuova concezione pone attenzione a livello economico, psicologico e sociale della popolazione.

La Psicologia dell’Emergenza è la branca della psicologia che focalizza il suo campo di interesse sulle dinamiche che avvengono in caso di calamità naturali, incidenti, guerre o, nel nostro caso, epidemie. Il suo target non è solo il singolo, ma soprattutto la collettività coinvolta nel trauma, ed il suo arco d’azione è molto lungo (basti pensare che gli effetti psicologici della II Guerra Mondiale si sono tramandati di generazione in generazione fino ai giorni d’oggi).

 

SECONDO GLI ESPERTI STIAMO VIVENDO UNA MAXI-EMERGENZA: OVVERO UNA SITUAZIONE TRAUMATICA, FORTEMENTE STRESSANTE ED INTRUSIVA

Abbiamo ricevuto molte informazioni sul piano legislativo, sociale, economico; molte meno sotto il punto di vista mentale. Cercherò quindi di spiegare cosa ci sta accadendo a livello psicologico. Stiamo vivendo un momento fortemente stressante ed intrusivo, che sconvolge la nostra quotidianità e mina le nostre capacità di adattamento. Le nostre zone di comfort (le nostre modalità preferite di vivere la vita) sono state alterate, così come le nostre relazioni, i nostri ritmi, la nostra libertà.

 

Secondo la Psicologia dell’Emergenza stiamo vivendo la 1° FASE successiva al disastro, quella dell’emergenza, dei soccorsi e dell’impatto con l’evento traumatico

 

Gli studi e le ricerche sulle calamità precedentemente avvenute nella storia hanno permesso la strutturazione di protocolli di previsione ed intervento delle situazioni di emergenza. Grazie a questi contributi della letteratura psicologica, è stato possibile ricostruire un modello che suddivide a livello temporale le fasi di un disastro (Strassoldo e Cattarinussi, 1978):

  • Previsione: è l’analisi delle cause di un evento;
  • Prevenzione: consiste nelle diverse attività finalizzate a limitare i danni di un evento;
  • Allarme: consiste nel portare a conoscenza della popolazione l’imminente pericolo, informandola dei comportamenti corretti da tenere per limitare i danni;
  • (Impatto): è il momento in cui accade l’evento disastroso e traumatico;
  • SOCCORSO: in questa fase si agisce per salvare i sopravvissuti e garantire la sopravvivenza, assicurando ogni forma di prima assistenza, quindi i servizi sanitari, assistenziali, psicologici (Young et al. 2002);
  • RIPRISTINO: questa fase inizia nel periodo in cui il pericolo di vita non incombe più, ed è caratterizzata dal tentativo di ripristinare le funzioni essenziali ad una vita organizzativa normale (abitare, comunicare, ecc …);
  • RICOSTRUZIONE: vengono riattivate le attività economiche e sociali.

 

REAZIONI BIO-PSICO-SOCIALI: LA FASE CAOTICA

Tutti noi siamo inondati da una serie di vissuti psicologici che coinvolgono l’individuo a tutti i livelli: emotivo, cognitivo, comportamentale, interpersonale e somatico. Attraverso le ricerche provenienti da eventi disastrosi e traumatici del passato, è stato possibile raccogliere una lista di possibili e frequenti reazioni che sono avvenute successivamente ad eventi critici come quello che stiamo vivendo. Ma non solo, è stato possibile stilare l’andamento di queste reazioni nei periodi successivi al disastro, tracciando delle vere e proprie fasi.

La prima fase è chiamata FASE CAOTICA. Ha inizio dal momento dell’Impatto fino alle primissime ore successive. La caratteristica tipica di questa fase è l’innalzamento repentino e potente dei livelli di energia

Di fronte ad un evento pericoloso, il nostro organismo è predisposto a mobilitare con rapidità ingenti quantità di energie per far fronte alla minaccia. Questo antico meccanismo protettivo, che possiamo facilmente osservare anche negli animali, ha l’utilità di migliorare le performance dell’organismo ed in passato ci è stato molto utile per la prosecuzione della specie umana. La conseguenza di questo rapido innalzamento energetico consiste in una serie di Reazioni Bio-Psico-Sociali normali, che durante la FASE CAOTICA si manifestano in:

  • Reazioni di tipo Emotivo: paralisi/anestesia emotiva (brusca sospensione dell’apparato emozionale: la persona osserva gli eventi senza partecipazione emotiva). Ansia, angoscia, rabbia, collera, vergogna, irritabilità, vulnerabilità. Paura e percezione di essere isolati e abbandonati. Euforia, riduzione del piacere delle attività consuete.
  • Reazioni di tipo Cognitivo: disorientamento, confusione, difficoltà a comprendere e a dare un senso alle informazioni che si ricevono, valutazione alterata della gravità dei fatti. Attenzione, concentrazione e memoria rallentate e ridotte. Calo dell’autostima e dell’autoefficacia. Pensieri e ricordi intrusivi.
  • Reazioni di tipo Comportamentale: cambiamento nei livelli di attività (torpore vs iperattività), aggressività, litigiosità. Disturbo del sonno e dell’addormentamento. Incremento del consumo di tabacco, alcol, stupefacenti, farmaci. Evitamento di attività e posti connessi all’evento traumatico. Calo dell’appetito, della libido e delle performance.
  • Reazione di tipo Interpersonale: ritiro sociale, aumento dei conflitti relazionali ambito sociale (famiglia, amici), lavorativo e scolastico.
  • Reazioni di tipo Somatico: algie, malesseri generalizzati, problemi nella digestione, nella respirazione, nausea, tachicardia, affaticamento e molti altri.

Come facilmente intuibile dal nome, questa è anche una fase in cui prevale la confusione. In questi momenti sono più facilmente visibili comportamenti disorganizzati tendenti all’auto-protezione. In effetti, tutti noi abbiamo potuto assistere all’assalto ai negozi per l’approvvigionamento di provviste e altri generi di prima necessità quando sono scattate le prime zone rosse.  In maniera e misura diversa e soggettiva, stiamo provando sensazioni appartenenti a due polarità: da un lato la vulnerabilità, l’incapacità a reagire, la confusione, lo smarrimento; dall’altra il desiderio di tenere basse le vibrazioni, sottovalutando il momento e tenendo basso il livello di allerta. Entrambe sono modalità differenti, ma possibili, di gestire i forti stati di ansia e stress che stanno fortemente intaccando il nostro normale equilibrio quotidiano. Non sono altro che la manifestazione di quello che comunemente viene chiamato “Meccanismo di Attacco/Fuga”.

COSA È IMPORTANTE FARE?

L’aiuto ci arriva dalle neuroscienze. Anni di studi e ricerche hanno ormai confermato che in momenti di forte attivazioni come questi è necessario bilanciare il cervello. Infatti, questo organo è formato da due emisferi, uno più specializzato nei contenuti emotivo-corporei (destro) e l’altro più specializzato nei contenuti logico-razionali (sinistro). Anche e soprattutto in momenti critici è necessario:

  • Accettare che l’alta carica energetica che percepiamo è una reazione normale al disastro;
  • Ricordare che l’organismo tornerà automaticamente e con naturalezza a livelli più moderati;
  • Mantenere una visione lucida e ponderata di ciò che è necessario fare, scartando o posticipando le cose meno importanti;
  • Modulare il proprio respiro, prendersi dei momenti di pausa e rilassamento e non sovraccaricarsi di impegni

Anche (e soprattutto!) in questo momento difficile, non dobbiamo dimenticare di attivare le nostre risorse interiori ed impegnarsi attivamente a favore del nostro equilibrio e benessere psicologico. Sto caricando sul profilo Facebook e Instagram (Fabio Calvo Psicologo) brevi questionari, facili attività di mental-training e psicografiche per tenersi sempre in buona forma mentale.

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